Le storie di chi combatte la SM ogni giorno: Federico

Da sempre mi interesso alla ricerca, tanto che ho una specializzazione in farmacologia. Il mio sogno è continuare a lavorare in questo campo, per questo non smetto mai di studiare. Non tutti i giorni, perché ho la sclerosi multipla e ci sono momenti in cui anche alzarmi dal letto mi costa una fatica troppo grande. Il neurologo che fece la diagnosi mi prospettò tre scenari: poteva essere qualcosa di mortale, qualcosa di quasi mortale, oppure sclerosi multipla. In fondo non mi è andata troppo male. E da diciassette anni vado avanti.


Mi piace fare sempre cose nuove e cimentarmi in nuove sfide, come l’anno scorso, quando sono riuscito a tornare in montagna dopo quasi 15 anni. Il mio interesse principale resta la ricerca: alla passione iniziale si è aggiunta la speranza che nessun ragazzo debba più essere costretto a vivere con un deambulatore, come me. Da qualche anno la sclerosi multipla si è trasformata in secondariamente progressiva, con grandi difficoltà di movimento delle gambe. Neanche questo mi ha fermato. I miei amici sono sempre presenti per sostenermi e ho imparato a non vergognarmi a chiedere aiuto, se questo serve a vivere davvero. La prima cosa che ho fatto quando ha scoperto della sclerosi multipla? Un interrail.


Io ho scelto di non fermarmi davanti alla malattia.
Tu non restare fermo a guardare.

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